La ricerca della perfezione unita alla corsa alle migliori prestazioni, gli albori dell’aerodinamica in impiego stradale, la cura maniacale nella messa a punto dei motori, ma soprattutto la passione di persone come Dallara, Bizzarrini, Gandini, Bertone, Chiti, Zagato, Pininfarina, Scaglietti… sono stati gli ingredienti fondamentali per la realizzazione di vetture oggi ritenute veri “mostri sacri”.
Auto essenziali, realizzate con puro entusiasmo e pochi materiali: ferro, legno, pelle, alluminio e magnesio. Una nota rivista Europea alla fine degli anni ’60 definiva le vetture italiane le più provocanti di tutto il mondo… dopo Sofia Loren.
Oggi, con innegabile entusiasmo, il nuovo impegno di Marvic é ridare sicurezza ai possessori di queste splendide vetture. Coniugando la grande passione e l’ampia esperienza nell’utilizzo delle leghe di magnesio, Marvic è l’unica azienda in grado di offrire delle ruote adeguate all’esclusività e al prestigio che auto di questo livello esigono.
Le ruote in magnesio per auto classiche proposte da Marvic nella nuova linea HRC Wheels (Historic Racing Car Wheels) sono delle perfette repliche in grado di assicurare affidabilità e autenticità dell’estetica e dei materiali: vengono prodotte sulla base dei disegni originali dell’epoca, con il medesimo processo produttivo utilizzato originariamente, ma con materiali e standard qualitativi attuali, degni dell’industria aeronautica. Diffidate dalle imitazioni e affidatevi a mani esperte.
Giotto Bizzarrini ha contribuito a realizzare le vetture più belle degli anni ‘50 e ’60: la Testa rossa del ‘57, la 250 GT SWB e la 250 GTO, sono solo alcune delle pure icone dell’automobilismo internazionale sviluppate da Bizzarrini in collaborazione con Chiti.
Quella di Carroll Shelby è forse una delle storie più avvincenti e assolutamente incredibili nel mondo delle quattro ruote. Cresciuto in fattoria allevando polli – di qui la sua celebre e immancabile tenuta – partecipò ormai trentaseienne alla 24 ore di Le Mans che vinse rifilando un giro completo al secondo.
Lo stile inconfondibile di Giorgetto Giugiaro sposa la carrozzeria Bertone e nel ’65 e da queste fortunate nozze nasce la Giulia GTA (Gran Turismo Alleggerita). Realizzata per contrastare le vetture che primeggiavano nel campionato Europeo Turismo venne affidata alle sapienti cure dell’ Ing. Chiti.
Derivata dalla 1750 GTV e destinata al campionato Europeo Gruppo 2, cioè il campionato riservato alle 2000 cm³, l’ Alfa Romeo GTAm è nata nel 1969.
1966 Autosalone di Ginevra: la nascita del mito!
Nel 1965 a Torino Ferruccio Lamborghini presenta un autotelaio scatolato con molti fori per ridurne il peso, nato per alloggiare un motore centrale trasversale.
Questa automobile da competizione nacque nel ‘65 dalla matita del leggendario Eric Broadley, fondatore del prestigioso marchio britannico Lola Cars, il quale come Chapman ed altri appassionati inglesi in quel periodo, decise di progettare e costruire le proprie vetture da corsa su base Austin 7.
La storia della DeTomaso è una storia agrodolce, appassionante e malinconica, purtroppo priva di lieto fine, ma grazie alla passione di Alejandro De Tomaso nella piccola officina di Modena, fondata nel 1959 furono costruite delle vere e proprie “supercar”.
Pantera GTS - Una storia Italoamericana a tutti gli effetti.
Alla fine degli anni ‘60 la Ford affidò alla casa italiana De Tomaso la produzione di una vettura con motore centrale ad elevate prestazioni per il mercato statunitense.
Conosciuta in quegli anni come Carrera 10, era l’evoluzione della 906 da cui si differenzia principalmente per l’utilizzo di ruote da 13”. Dotata di motore 8 cilindri boxer da 2,2 litri con classico raffreddamento ad aria sviluppava una potenza di oltre 270 CV all’impressionante numero di ben 9.000 giri motore.
Chi nomina Lancia Stratos nomina arte italiana, carrozzata Bertone su design di Marcello Gandini, telaio monoscocca in tubolari pannellati, motore Ferrari 246 e tre titoli mondiali.
Progettata in Alfa Romeo da Orazio Satta e Giuseppe Busso, la "TZ" è stata prodotta in collaborazione con l'Autodelta, che provvedeva all'elaborazione dei propulsori a all'assemblaggio, con la SAI Ambrosini, incaricata di realizzare i telai tubolari, e con la Zagato, incaricata di formare la carrozzeria con struttura tubolare da qui nominata TZ Tubolare Zagato.